Le vittime innocenti sono tra noi

Due familiari di vittime della ‘ndrangheta, oggi residenti a Limbiate, hanno raccontato la loro drammatica esperienza l’altra sera in un incontro organizzato dalle Acli e da varie associazioni locali. C’era anche Brianza SiCura.Marino Cannata aveva 12 anni quando vide il padre Domenico, 47 anni, saltare in aria in un attentato dinamitardo della ‘ndrangheta a Polistena (Rc) il 16 aprile 1972; oggi lui fa parte di Libera e gira le scuole a raccontare ai giovani che la vendetta è inutile e la vera battaglia contro la criminalità organizzata si fa smettendo di essere “cittadini a intermittenza”.

Antonino Fava ha avuto il fratello gemello Celestino, 22 anni, vittima del tutto casuale di una esecuzione di mafia avvenuta il 28 novembre 1996 a Palizzi (Rc): avrebbe dovuto esserci lui, quel giorno, al posto del fratello, ucciso probabilmente perché testimone involontario dell’omicidio di un altro giovane.

Storie terribili anche solo da raccontare; onore perciò al coraggio di chi testimonia senza paura, perché anche noi possiamo sapere

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