Le mani sulle imprese: un convegno a Desio

Il 9% delle imprese lombarde ha avuto amministratori segnalati per reati tipici della criminalità organizzata e per il 7% tale condizione ha riguardato soci, manager e sindaci. Le grinfie della mafia sono dunque già arrivate su quello che riteniamo più «nostro»: il lavoro e l’imprenditoria.

Venerdì 1° dicembre alle 21, nella sala civica «Sandro Pertini» di Desio (piazza Don Giussani), si affronta un tema fondamentale quanto misconosciuto: «Le mafie nella gestione d’impresa e nell’economia». Sarà l’occasione per illustrare in anteprima la ricerca «Vale la pena di avere i Soprano a bordo? Inquinamento della governance societaria e crimine organizzato: il caso Italia», svolta dall’Università Bocconi con il Centro «Baffi Carefin» e la collaborazione dell’Agenzia di informazioni e sicurezza interna guidata dal prefetto Mario Parente. Uno dei risultati mostra che le imprese con amministratori collusi con le mafie hanno minore redditività, perché le loro risorse sono utilizzate per il riciclaggio o per scopi privati dei manager corrotti. Sono stati censiti infatti 1.485 reati compiuti da amministratori di società, il 57% dei quali relativi a false fatturazioni per operazioni inesistenti, e 266  reati contro la pubblica amministrazione (155 casi di corruzione e appropriazione indebita).

Economia a rischio

L’incontro, organizzato dal Comune con la collaborazione con «Brianza SiCura», vede tra i relatori il professor Nicola Pecchiari, che ha fatto parte del team di ricerca Bocconi, il vicepresidente di «Assolombarda» Antonio Calabrò,  e la senatrice Lucrezia Ricchiuti, membro della Commissione parlamentare antimafia. «Auspico una presenza massiccia da parte dei primi cittadini dei Comuni della provincia che, da una parte, rappresentano il fronte più esposto agli attacchi della criminalità organizzata e , dall’altro, possono diventare l’argine democratico più prossimo alle esigenze di cittadini e imprenditori – commenta Giorgio Garofalo, coordinatore di Brianza SiCura – L’economia sana deve difendersi dall’inquinamento mafioso e le imprese non devono essere lasciate sole: le istituzioni devono fare la propria parte per sostenere gli imprenditori onesti che producono ricchezza e offrono lavoro di qualità».

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