«La criminalità organizzata non è un fenomeno incentrato solo in certe regioni; al Nord ha più difficoltà a prendere il controllo, anche politico, ma rischia di arrivare a prenderlo, se non si alza la soglia di allerta. Gli imprenditori che si avvicinano a questo mondo, per difficoltà o per timore nell’illusione di guadagnare migliori condizioni, deve sapere che sta giocando col fuoco». Dichiarazioni del procuratore di Milano Riccardo Targetti ieri durante l’informativa sul maxi-blitz “Cavalli di razza” contro la ‘ndrangheta che per l’ennesima volta ha interessato con 54 arresti anche il territorio lombardo, soprattutto il Varesotto e il Comasco a noi contiguo.

Molti gli spunti di riflessione a margine dell’operazione della magistratura e delle forze dell’ordine. Ne evidenziamo solo tre:

  • diversi tra i boss arrestati sono figli o parenti di altri già finiti in blitz di venti o trent’anni fa, conferma sia che la ‘ndrangheta si fonda su fortissimi legami familistici, sia che purtroppo gli arresti e le misure punitive da sole non bastano a combattere il fenomeno
  • la ferocia dimostrata da molti boss sulle vittime e nello stesso tempo la loro capacità di muoversi con scaltrezza nell’economia lombarda dimostrano «un
    mix di arcaicità e di assoluta modernità che è la rappresentazione plastica di quello che oggi è la ‘ndrangheta. Da un lato i riti di iniziazione e le mangiate, dall’altro una ‘ndrangheta 2.0 che sfrutta gli imprenditori per acquisire il loro know-how e sostituisce le mazzette con i proventi dell’evasione fiscale». (procuratore Dda di Milano Alessandra Dolci)
  • «Ormai bisogna parlare di radicamento. Le mafie e, in modo particolare la ‘ndrangheta, si sono infiltrate in molte regioni del nord negli anni ’50-’60 e ’70, trovando terreno molto fertile. La ‘ndrangheta ha trovato imprenditori e politici che hanno agito secondo logiche di convenienza. I boss oggi sono molto potenti. Sono gli unici che hanno grandi liquidità e riescono a rilevare aziende in difficoltà soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria ed economica» (Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro).

Ti potrebbe interessare anche...