La droga cresce nel bosco

Non solo Rogoredo. I “boschetti della droga” e dello spaccio sono un fenomeno ricorrente in Lombardia e anche nella nostra zona. Di recente è stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica (anche grazie a un eloquente filmato ripreso da un drone) il caso del Parco delle Groane, tra Cesano Maderno, Ceriano Laghetto, Limbiate.

Ne ha parlato anche il recentissimo Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia, pubblicando una mappa dei boschetti colonizzati dai pusher, soprattutto di provenienza nordafricana.

“La loro diffusione – scrive il rapporto – va oltre a Milano e all’ormai famoso boschetto di Rogoredo e abbraccia in particolare l’area Nord-Ovest della Lombardia, a cavallo tra le province di Varese e Como e l’area dell’Alto Milanese. Nei boschi gli spacciatori sono protetti dalla conformazione naturale e da vere e proprie sentinelle. Possono così operare con relativa tranquillità, tanto che non è infrequente trovare code di acquirenti, alcuni provenienti persino da fuori regione. E i clienti, spesso tossicodipendenti italiani, si mettono a disposizione dei pusher facendo loro da guardie, da vedette, da autisti, da assaggiatori della droga, da rifornitori di cibo o di beni di altra natura a seconda delle necessità”.

Qui anche l’articolo del Cittadino del 16 marzo.

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