Contro le mafie serve una bella impresa

«È palpabile, soprattutto per le piccole imprese, il rischio di essere attenzionate dalle mafie», ha detto Giovanni Quartiroli presidente di Piccole Imprese Assolombarda. C’è una «presenza strutturata» nell’economia lombarda della ‘ndrangheta, «fenomeno di straordinaria, pesantissima drammaticità», secondo Antonio Calabrò, vicepresidente Assolombarda.

Non hanno certo moderato i termini, i rappresentanti dell’imprenditoria del nostro territorio, durante il convegno on line  Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid-19, organizzato nei giorni scorsi da Piccola Industria di Assolombarda (qui il video dell’evento) con la partecipazione del procuratore Alessandra Dolci e di due alti esponenti delle forze dell’ordine impegnate contro la mafia in Lombardia.

La responsabile della Dda milanese ha segnalato come proprio in questo momento di crisi economica «in Lombardia è stata osservata un’anomala crescita di nuove imprese. La finalità sottesa è creare società scatole vuote che consentano alla criminalità organizzata di intercettare i finanziamenti destinati alla ripresa. Spesso sono state rilevate società in crisi con quote intestate a prestanome, usandole poi per ottenere gli aiuti. L’obiettivo delle mafie è sempre e comunque impossessarsi delle aziende: ma per un imprenditore è meglio andare incontro a un fallimento piuttosto che legarsi alla criminalità organizzata. È fondamentale scegliere da che parte stare, resistere alla tentazione di “farsi aiutare” da soggetti opachi che hanno molto denaro contante, perché alla fine l‘abbraccio con le mafie è sempre un abbraccio mortale».

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