L’Antimafia comincia dalla scuola

Le scuole della Brianza si confermano un efficace presidio di legalità e di educazione contro il malaffare e le mafie. Lo confermano i risultati del Sondaggio conoscitivo sulle «buone pratiche» già in atto nei 31 Istituti superiori statali della Provincia, organizzato da Brianza SiCura con il Centro Promozione della Legalità di Monza.

È quasi un plebiscito:  negli ultimi 5 anni, ben il 93% dei 31 Istituti superiori della provincia di Monza Brianza ha organizzato qualche evento dedicato alla legalità: dalle lezioni-testimonianza con Salvatore Borsellino o Luciano Violante alla mostra di «Fumetti contro la mafia», dalla partecipazione a concorsi e convegni alla realizzazione sia di mostre che flashmob dedicati alla vittime della mafia, dalla produzione di videodocumentari alla decorazione di luoghi pubblici dedicati alla legalità. Questi esempi, tutt’altro che esaustivi, sono segno di un’attenzione ormai da anni entrata nelle preoccupazioni educative delle nostre scuole, nella loro quasi totalità (89%) dotate di docenti con la qualifica di «Referenti della Legalità», e che le conferma tra gli enti pubblici più attenti alla diffusione di buone pratiche civiche.

I primi dati del Sondaggio conoscitivo «Iniziative per la legalità e contro le mafie nelle Scuole Superiori della Provincia di Monza e della Brianza», realizzato on line tra dicembre e gennaio dal Centro di Promozione della Legalità di Monza e Brianza, che riunisce in rete i suddetti Referenti delle scuole della Provincia (capofila l’Iti “Hensemberger” di Monza), e l’associazione di volontariato Brianza SiCura per l’educazione alla legalità e il contrasto alla criminalità, sono dunque confortanti, già a partire dal numero di risposte raccolte (28 su 31 Istituti totali) nonostante gli attuali tempi che obbligano insegnanti e dirigenti a molte incombenze supplementari.

Le risposte alla dozzina di domande presentano un panorama di quanto già si fa nella formazione civica degli alunni tra i 14 e i 19 anni per la valorizzazione della legalità e per svilupparne l’attenzione al contrasto della mentalità mafiosa. Ed è un panorama ricco di iniziative. Anche nei Piani dell’Offerta Formativa delle varie scuole, la voce «educazione alla legalità» occupa ormai un posto fisso, seguito a breve distanza dalle iniziative dedicate a prevenire due mali purtroppo oggi molto vicini agli adolescenti: il bullismo e le dipendenze da alcool o stupefacenti; un po’ meno sentita la formazione antimafia, offerta oggi da 16 scuole e in passato da altre 6.

Peraltro l’interesse a informare i giovani sul fenomeno della criminalità organizzata vede altre voci al suo attivo: 16 scuole dichiarano di solennizzare con qualche iniziativa la Giornata in memoria della vittime innocenti delle mafie (21 marzo), 11 celebrano la commemorazione delle stragi di Capaci o via D’Amelio e altrettante hanno in calendario una Giornata della Legalità Ben il 50% delle scuole ha proposto ai suoi alunni uscite di istruzione sui luoghi simbolo della lotta antimafia o ai beni sequestrati alla criminalità, soprattutto in Sicilia (anche con la Nave della legalità) o in Calabria, ma pure nei beni confiscati e affidati a usi sociali nella nostra Brianza.

Il 78% delle scuole partecipa a iniziative e progetti organizzati dalle amministrazioni comunali o da associazioni del territorio e più o meno la stessa percentuale collabora o ha collaborato con specifiche associazioni per la promozione della cultura della legalità, per la lotta alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose (Libera, Brianza SiCura, Cpl, Parlamento della Legalità, Transparency, Agende Rosse, Osservatorio Antimafia, Camere penali, Associazione Vittime del Dovere…). Il corso di Educazione civica, ora obbligatorio, darà certamente ulteriore impulso a queste tematiche: il 95% delle scuole dichiara infatti che esso conterrà approfondimenti sulla legalità e il 68% tratterà di lotta alla corruzione; meno sentito il legame esistente tra contrasto alla politica «sporca» e trasparenza degli atti amministrativi/accesso civico: dice infatti di volersene occupare un po’ meno della metà del campione.

Passando ai punti più «critici», invece, si segnala che quasi nessun Istituto ha pensato di dedicare un luogo (aula magna, biblioteca, eccetera) a un personaggio-simbolo del contrasto alle mafie e nessuna scuola possiede uno «Scaffale della legalità» – sul modello ormai ben diffuso nelle biblioteche civiche anche brianzole – pur se meno della metà ha comunque a disposizione alcuni titoli in materia. Colpisce poi che, durante i periodi di «co-gestione» a cura degli studenti stessi, il tema legalità e mafia sia divenuto oggetto di approfondimento (spettacoli, incontri, ricerche) solo per i due terzi delle scuole: una percentuale più bassa di quella raggiunta dall’inserimento degli stessi argomenti nel normale insegnamento.

Quanto ai docenti, il sondaggio rivela che gli aggiornamenti in tema di legalità previsti per i professori riguardano soprattutto la Costituzione, il bullismo e il cyberbullismo, la ludopatia, la violenza di genere, la cittadinanza digitale… Molto meno presenti mafie, corruzione, trasparenza. Fors’anche per questo la maggioranza dichiara di essere interessata all’organizzazione di corsi specifici: il 64% sia per docenti che per alunni, il 21% per i soli studenti, il 10% per i professori. E gli argomenti più richiesti sono: l’infiltrazione mafiosa in Brianza, il riconoscimento dei fenomeni di criminalità organizzata, le ecomafie, la corruzione nella pubblica amministrazione.

Proprio su queste tematiche si concentrerà quindi lo sforzo collaborativo del Cpl Monza e Brianza con l’associazione Brianza SiCura per incentivare ulteriormente gli Istituti Superiori della provincia a continuare e ampliare l’impegno nella sensibilizzazione degli studenti sul contrasto ad ogni forma di illegalità.

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