L’illegalità è sempre “insostenibile”

Non esiste una «illegalità sostenibile», ha ricordato Rosy Bindi a Seregno giorni fa; non è possibile pensare di combattere la mafia e poi ammettere come più “lievi” e ammissibili altri comportamenti (l’evasione fiscale, gli inciuci tra economia e politica, i “favori” richiesti e concessi…) che sono invece l’anticamera di comportamenti corruttivi maggiori. Il facile scivolo verso tutte le illegalità: dalle quali certo la nostra Brianza non è affatto immune.

Lo scriveva anche Leonardo Sciascia nel Giorno della civetta (era il lontano 1960!): «Qui bisognerebbe sorprendere la gente nel covo dell’inadempienza fiscale, come in America. E non soltanto qui in Sicilia. Bisognerebbe, di colpo, piombare sulle banche; mettere mani esperte nella contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e delle piccole aziende; revisionare i catasti. (…) Sarebbe meglio si mettessero ad annusare intorno alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari; e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e tirarne il giusto senso. Soltanto così a uomini come don Mariano  comincerebbe a mancare il terreno sotto i piedi. In ogni altro paese del mondo, una evasione fiscale come quella che sto constatando sarebbe duramente punita: qui don Mariano se ne ride, sa che non gli ci vorrà molto per imbrogliare le carte»….

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