Una cultura mafiosa

C’è stato un “innesto culturale” della ‘ndrangheta in Brianza, non un semplice trasloco di metodi e strutture. Il “codice culturale” della mafia “ha attecchito su una parte del tessuto economico lombardo” e brianzolo.
Coglie davvero il punto Monica Forte (M5S), presidente della Commissione antimafia regionale, spiegando al “Cittadino” cosa sta succedendo nel nostro territorio, che ormai in modo “evidente è stato preso di mira dalla criminalità organizzata”.
Ma l’intervista è tutta da leggere, perché individua molti aspetti importanti. Per punti:
- forze dell’ordine e magistratura lavorano bene, sono politica, economia e cittadini quelli in ritardo
- non è più la ‘ndrangheta a volersi infiltrare, ma imprenditori e commercianti a cercarne i servizi, come fossero scorciatoie per ottenere i propri obiettivi
- alle mafie non interessano i soldi subito, ne hanno moltissimi, ma inserirsi nell’economia legale, “divorando” le aziende pulite
- l’opinione pubblica non è informata abbastanza, sottovaluta il pericolo, ha immagini sbagliate della mafia
- nemmeno le amministrazioni locali non sono preparate ad affrontare l’assalto, soprattutto nei piccoli Comuni